Le banche italiane secondo ABI

 

Le banche italiane secondo il Rapporto ABI 2016

L’ABI (Associazione Bancaria Italiana, abi.it) ha reso noto noto che, secondo quanto emerso dal Rapporto ABI 2016, ventiquattresima edizione della serie, l’innovazione tecnologica, i nuovi modi di fare banca e la spinta regolatoria dell’Unione Europea hanno richiesto alle banche italiane, e richiederanno in futuro, riorganizzazioni aziendali e interventi strutturali.

Ciò di fronte a profondi cambiamenti per le banche nel modo di relazionarsi con la clientela, in particolare mediante il potenziamento di canali innovativi (internet) che utilizzano le nuove tecnologie e modificano, riducendola, la funzione della rete tradizionale, con conseguente progressiva diminuzione del numero degli sportelli bancari fisici.

Nel settore del credito italiano, afferma ABI, la stabilità del posto di lavoro si conferma valore fondamentale con un’incidenza del 99% dei contratti a tempo indeterminato, apprendisti inclusi. Nel biennio 2014-2015, nonostante la lunga scia della crisi e gli scenari organizzativi e prospettici, il settore ha contenuto la contrazione degli organici a circa il -0,8%.

La qualità professionale del personale bancario risulta in costante crescita (con il 37,8% di laureati) e vi è un costante aumento del personale femminile (45% sul complesso dei dipendenti).

Per quanto concerne l’analisi del posizionamento delle banche italiane in Europa, a parere di ABI continuano a sussistere squilibri sul lato dei costi che penalizzano la competitività. Al riguardo, focalizzando la visuale sui gruppi bancari a prevalente vocazione nazionale, emerge che il costo del lavoro unitario, pari ad oltre 73 mila euro a fine 2015, si presenta in calo rispetto al 2014 ma ancora superiore alla media europea, che è di circa 68 mila euro.

Per saperne di più.

Le banche italiane secondo ABIultima modifica: 2016-12-14T11:15:04+01:00da blogus
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